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SE PARLA IL CUORE

2025-10-29 16:26

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SE PARLA IL CUORE… ALLE NOSTRA AUTORITA’ COMPETENTIA lungo ho ascoltato, e l'eco di un'onda di vuoto profondo mi ha invaso la mente. Ottantotto anni,

SE PARLA IL CUORE… ALLE NOSTRA AUTORITA’ COMPETENTI

A lungo ho ascoltato, e l'eco di un'onda

 

di vuoto profondo mi ha invaso la mente.

 

Ottantotto anni, una vita che abbonda

 

di lacrime mute e di un dolore latente.

 

 

 

Ho visto anime in brandelli, frammentate,

 

nella morsa di un cibo che non sazia il vuoto,

 

ho visto mani che l'odio ha accecate,

 

e un cuore di donna da un'ombra divelto.

 

 

 

Ogni storia narrata nel silenzio del mio studio,

 

ogni sussurro fragile e colmo di strazio,

 

puntava il dito, in un'accusa senza indugio,

 

su un'anima nuda, senza più un abbraccio.

 

 

 

Analfabetismo emotivo lo chiamo,

 

un male silente che nutre la pena,

 

un vuoto che nasce e che non conosciamo,

 

un seme di rabbia che cresce e si scuote.

 

 

 

Come possono i padri, con tanto amore nel cuore,

 

donare ai figli ciò che non hanno mai avuto?

 

L'empatia è un'arte, non un innato valore,

 

un'anima vuota, un sentimento perduto.

 

 

 

E il mio sguardo si posa, in un lampo di dolore,

 

sullo Stato inerte, che tace e che osserva.

 

Non più analfabetismo di lingua e di onore,

 

ma un'epidemia dell'anima che dilaga, che innerva.

 

 

 

Ricordo l'obbligo, la scuola, l'intervento,

 

quando la piaga si chiamava ignoranza.

 

Oggi, un silenzio assordante, un lamento

 

che non trova risposta, che grida speranza.

 

 

 

Questo libro non nasce da un'accusa inutile,

 

ma da un dolore che non posso trattenere.

 

Ogni capitolo è una sfida, un'arma sottile,

 

un'accusa che vuole una risposta ottenere.

 

 

 

Sono qui per seminare, non per raccogliere.

 

La mia speranza è un piccolo seme che getto,

 

su un terreno che spero possa accogliere,

 

e generare un dibattito che sia più che un progetto.

 

 

 

Sogno bambini che chiamano le emozioni per nome,

 

adolescenti che navigano le loro tempeste.

 

Sogno un futuro che non abbia più un "come"

 

e un'Italia che sappia onorare le sue gesta.

 

 

 

Siamo pronti a riconoscere questo male profondo?

 

O continueremo a voltare le spalle al domani?

 

La mia voce si alza, nel silenzio che inonda,

 

un appello straziante che invoca le mani

 

 

 

di chi ha il potere, di chi può agire,

 

di chi può portare nelle scuole questo cibo prezioso,

 

affinché il cuore possa imparare a fiorire,

 

e la nostra società intera possa trovare un riposo.