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AUTOSTIMA
L'AUTOSTIMA COSA E’?
È un sole interno, un bagliore un po' monello,
non l'oro in tasca o il vestito più bello.
È una voce gentile, un "Sì, tu puoi!",
la certezza che esisti, non solo che esisti e basta, ma che vali, tra i tuoi.
È lo specchio che non mente, ma sorride,
un gatto accoccolato che nel petto ti risiede.
Non è boria gonfiata, né un pallone svaporato,
ma un solido castello nel tuo cuore ben piantato.
Nasce piccolino, questo seme fortunato,
nel grembo caldo e nel bisogno appagato.
Se la fame è una nuvola, e una mano la disperde,
se il pianto è melodia che l'orecchio non perde,
se l'abbraccio è una coperta, il sorriso un bel disegno,
il bimbo impara presto il suo valore, un piccolo ingegno.
La sete estinta, la paura che si svela,
gli insegnano che vale, e che il mondo non lo vela.
La sua autostima cresce, un albero robusto e forte,
che sfida il vento e non teme la sorte.
La vita è un campo giochi, un'avventura da scoprire,
con ali di farfalla, senza mai dover morire dentro.
Con l'autostima alta, è un capitano audace,
che naviga sereno in un mare che non tace.
Il lavoro è un divertimento, l'amore un ballo lesto,
i problemi son castelli di sabbia, non un pesto.
Si fida del suo intuito, una bussola interiore,
non teme le cadute, ma rialza con ardore.
Il mondo è un teatro dove recita il suo ruolo,
non è una comparsa triste, ma un attore col suo suolo.
Le persone lo cercano, api al fiore profumato,
perché il suo essere è gioia, un dono regalato.
Ma ahimè, c'è chi nasce in un terreno un po' gramo,
dove le radici affondano in un fango amaro.
Non è colpa del portafoglio, o del conto in banca striminzito,
ma di cuori ottusi, un cervello un po' avvizzito.
Genitori "sordi", con l'anima un po' arrugginita,
che vedono un bambino, ma non la sua vita.
Il pianto è un "capriccio", il bisogno una sciocchezza,
l'abbraccio è un lusso, la critica una carezza.
"Non sei abbastanza", "Che stupido che sei!",
come gocce di veleno, avvelenano i suoi dei.
L'autostima non germoglia, resta un seme addormentato,
o peggio, diventa un cactus spinoso e amaro.
La vita di costui è un cielo senza stelle,
un'ombra che lo segue, peggio di mille fardelli.
Il lavoro è una condanna, l'amore una prigione,
la paura è la sua guida, senza mai una ragione.
Si aggrappa ai fantasmi, al fumo di una pipa,
perché il suo valore è un tesoro che si stipa.
Dubita di ogni passo, un burattino senza fili,
le relazioni sono specchi che riflettono i suoi vili
pensieri: "Non merito amore", "Son solo un pasticcio!".
Un'esistenza in bilico, sempre sull'orlo di un precipizio.
Ma ecco, c'è speranza, un raggio che penetra le nubi,
se un esperto, un giardiniere d'anime, tra le scuole trovi!
Come un dottore di piante, sa curare il germoglio,
prima che si trasformi in un maldestro sfoglio.
Con parole e consigli, con pazienza e saggezza,
può raddrizzare la piantina, farla fiorir di bellezza.
E, magari, ai genitori, seppur "ottusi" e un po' chiusi,
può dar una chiave per aprire quei cuori contusi.
Perché l'amore si impara, e anche l'ascolto è un'arte,
e ogni bimbo merita di partire dalla giusta parte.
E se quel malcapitato, con la vita un po' stroncata,
decidesse un giorno: "Basta, la mia anima è malata!"?
Se con coraggio estremo, chiedesse aiuto, un faro,
a chi sa illuminare il suo sentiero amaro.
Con fatica e sudore, come un minatore in cerca d'oro,
scava dentro sé stesso, senza alcun ristoro
se non la speranza. E piano, piano, giorno dopo giorno,
quel seme addormentato inizia il suo ritorno.
L'autostima risorge, un vulcano che erutta gioia,
la sua voce interiore non è più una noia.
Si guarda nello specchio: ma chi è questo? Un eroe!
Un fiore che si schiude, un balzo da Mosè
fuori dal deserto! Stupore! Un sorriso vero!
La vita è un canto nuovo, un cavalier leggero!
Il mondo è una sinfonia, e lui il direttore,
perché finalmente vede il suo valore!
Una rinascita folle, una danza senza fine,
ha scoperto il suo posto, oltre le sue rovine.
L ’AUTOSTIMA E’ LA FORZA CHE NASCE DA TE
Come rafforzo l’autostima, dimmi tu?
Ho provato a fare un botto, a sognare un “coup”,
un'invenzione assurda, un’idea geniale,
tipo un aspirapolvere che fa il caffè, un miracolo totale.
Ero lì, nel mio laboratorio, tra bulloni e vapori,
con i neuroni accesi e la mente in mille colori.
Volevo dimostrare al mondo, a tutti i critici e i vicini,
che valgo anch’io, che non sono solo un pesce tra i più piccini.
Ma ho incontrato uno gnomo nel bosco, sotto un fungo rosso,
con la barba un po’ scompigliata e un’aria da saggio e un po’ scosso.
"Ah, sei tu, l’inventore di sogni e illusioni,
che cerchi un premio Nobel, tra mille e più invenzioni?
La tua autostima è una barca, non un razzo che va su,
non la rafforzi con l’oro, con un “bravo” o con un “wow” in più.
Non la trovi in una formula, né in una app o in un brevetto,
ma in quel che sei, anche se il mondo non ti ha ancora visto in un quadretto.
Ricorda l'esperto di zuppe, che sognava un piatto stellato,
e quando l'ha assaggiato, il gatto s’è incatenato.
Ha provato a renderla un'opera d'arte, una scultura di burro,
ma ha capito che era buono quel che aveva fatto, senza frastuono.
Non basare il tuo valore su un applauso o su un'impresa,
ma sulla gentilezza che dai, su una promessa mantenuta, su una risata attesa.
L’autostima si fa passo dopo passo, con ogni tua scelta,
non è una medaglia che appendi, ma una forza che ti tiene in stretta.
È nell'accettare il tuo sbaglio, nel dire 'ci riprovo',
nel cuore che hai, in ogni giorno in cui sei nuovo.
Non cercare l'eroe che salva il mondo in un solo giorno
ma sii la persona che sei, anche senza un palcoscenico intorno.”
Lo gnomo si sedette, tra le radici di un pino,
e con un sasso disegnava un cerchio piccolino.
"Ascolta bene, amico, e dimentica i clamori,
i veri successi son nascosti, lontani dagli onori."
"Prendiamo l'onestà, non è un atto da palcoscenico,
ma il coraggio di essere vero, anche se ti sembra patetico.
Se un amico ti chiede un favore, e tu non hai la forza,
non dire 'sì' col sorriso e dentro la rabbia che ti sforza.
Di' la verità, con calma, senza alcuna paura,
quella onestà è un seme che la tua autostima cura.
Ogni volta che sei schietto, senza maschere o schermi,
pianti un fiore che sboccia e che non soffre gli inverni."
"E il coraggio, non è sfidare un gigante di pietra,
ma è affrontare una paura che dentro ti entra.
Se vedi uno sconosciuto che ha bisogno d'aiuto,
e la timidezza ti blocca, ti tiene muto.
Fai un respiro, e chiedi, se puoi dare una mano,
è un piccolo gesto, ma il tuo spirito è più sano.
Perché non è l'impresa che ti fa grande, lo sai,
ma la forza di vincere i mostri che dentro hai."
Infine la gentilezza, non è solo un 'buongiorno',
ma è un'abitudine che ti fa brillare tutt'intorno.
Pensa a chi è solo, a chi ha bisogno di un gesto,
offri un sorriso, una parola, e non aspettare un pretesto.
Ogni piccolo aiuto che dai, a chiunque e senza aspettare un 'grazie',
è un tassello che metti, a questa autostima che nasce.
Il tuo valore non sta in ciò che il mondo ti offre o ti dà,
ma in quello che tu, con il cuore, regali alla realtà."
Il giovane, con la mente più leggera e il cuore più sereno,
chiese: "Gnomo, dimmi ancora, il mio sogno è un terreno.
C'è un'ultima cosa che devo sapere, un'ultima parola da cogliere,
per non cadere più, per non tornare più a soffrire."
Lo gnomo si sedette, le radici come un trono,
e rispose con un verso, con un tono un po' buono:
"La tua autostima, amico, ha bisogno di un faro,
non è una medaglia d'oro, ma un tesoro raro.
È nel riconoscere la tua unicità, il tuo essere,
nel tuo respiro, nel tuo modo di vivere.
Non devi essere un altro, non cercare di imitare,
non c'è un'altra persona che possa darti il tuo stare.
Non sei la tua invenzione, non sei il tuo successo,
non sei il giudizio di nessuno, non sei il tuo stesso eccesso.
Tu sei il tuo cuore, la tua mente, le tue mani,
un universo intero, con i suoi sogni lontani.
Accetta le tue stranezze, le tue paure, i tuoi dubbi,
sono le tue rughe, sono i tuoi segni, non sono i tuoi tubi.
Sei un'opera d'arte, anche se non hai un quadro,
fatta di scelte, di sbagli, di un unico sguardo.
La tua autostima non la trovi in ciò che fai,
ma nel modo in cui con te stesso, giorno dopo giorno, stai.
È un atto d'amore, un abbraccio a te stesso,
non una corsa per un premio o un successo espresso.
Così lo gnomo finì, si alzò e sorrise,
e il giovane capì, che l'autostima non si esige ma si vive.
Lo gnomo è sparito, e io son rimasto un po' confuso,
ma ho capito che il vero valore non è un gioco, ma un uso.
È come si vive, è come si cresce, è come si sta,
e non serve un'invenzione per sentirsi davvero una realtà.
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